Come funziona un pianoforte?
Il pianoforte: uno strumento affascinante, elegante, talmente versatile e apprezzato da essersi guadagnato, nel corso della sua storia, l’appellativo di principe degli strumenti. Abbiamo tutti in mente la figura quasi leggendaria del grande pianista, colui che con estro e passione riesce a tirar fuori, dal bianco e nero della tastiera, melodie e intrecci sonori indimenticabili. Ma vi siete mai chiesti come funziona, esattamente, un pianoforte?
Nell’articolo di oggi ci inoltreremo nella scoperta dei segreti meccanici di questo strumento, tanto conosciuto nel suo aspetto esterno quanto ignoto e misterioso nei meccanismi che si nascondono sotto al suo nero smagliante.
Iniziamo a capire a che famiglia di strumenti appartiene il pianoforte: il pianoforte è un cordofono, ovvero uno strumento che produce il suono tramite la vibrazione di corde. La lunghezza e dimensione di ogni corda determinerà il suono che questa produce. Sono cordofoni anche le chitarre e i violini, i violoncelli e le viole, così come l’antenato del pianoforte, il clavicembalo. In tutti questi strumenti la vibrazione delle corde è ottenuta tramite pizzico o sfregamento.
Nel pianoforte le corde sono invece messe in vibrazione tramite percussione. Seguiamo passo per passo questo meccanismo, partendo dal tasto che viene suonato:
- Ogni tasto è collegato a un piccolo meccanismo di legno chiamato cavalletto, che entra in azione quando il tasto è spinto verso il basso con una certa pressione; il cavalletto, a sua volta, è collegato a una levetta chiamata montante che, una volta azionata, si muove dal basso verso l’alto.
- Nel suo movimento, il montante spinge verso l’alto un piccolo martello, chiamato comunemente martelletto, dotato di un esile manico di legno e di una testa tondeggiante ricoperta di feltro.
- È questa testa morbida ma compatta che va a colpire la corda, sempre dal basso verso l’alto, mettendola in vibrazione: ed ecco che il pianoforte finalmente suona. È tutto finito?
- La risposta è no. Infatti vi sarete sicuramente chiesti: come fa la corda a vibrare se il martelletto, con il suo feltro soffice, le resta attaccato smorzandone il suono? Entra qui in gioco un meccanismo chiamato scappamento: tutto il sistema descritto prima è studiato per rimbalzare indietro all’istante, non appena il martelletto ha colpito la corda. Il suono prodotto ha così tutto il tempo di espandersi e, amplificato dalla grande cassa di risonanza del pianoforte, diffondersi nello spazio circostante.
- A questo punto possiamo lasciare il tasto che abbiamo suonato: entrerà in azione un ulteriore meccanismo, chiamato smorzatore. Lo smorzatore è un altro strumento di feltro, normalmente appoggiato sulla corda per impedirne la vibrazione. Quando viene suonato un tasto, oltre a tutto il meccanismo visto in precedenza che entra in azione, accade anche che lo smorzatore si solleva, permettendo la vibrazione della corda. Ma quanto il tasto viene lasciato, lo smorzatore ritorna sulla corda, soffocandone il suono.
Se vi capita, provate a sbirciare dentro a un pianoforte a coda: tra lo scintillare delle corde, vedrete subito la schiera bianca e ordinata degli smorzatori, adagiati in attesa che i tasti vengano suonati. Subito sotto, fate caso ai martelletti di feltro, disposti in una linea perfetta. Suonate un tasto: noterete il martelletto rimbalzare e lo smorzatore che si solleva, per poi tornare al suo posto. Per voi, adesso, il pianoforte avrà forse qualche segreto in meno da nascondere.