Smaltimento rifiuti, la situazione europea
Il problema dello smaltimento dei rifiuti sta diventando, anno dopo anno, una questione sempre più difficile da risolvere per tutti i paesi che compongono la Comunità Europea, Italia compresa. Ecco quali sono le cause principali e quali strade intraprendere per poterlo risolvere!
Cosa incide sulla produzione dei rifiuti
La produzione dei rifiuti dipende principalmente dall’aumento dell’attività produttiva, che ha fatto aumentare a dismisura anche la quantità dei materiali di scarto senza che le amministrazioni pubbliche riuscissero a tenerli sotto controllo.
Ad oggi, 5 dei paesi dell’Unione Europea producono da soli quasi il 70% dei rifiuti. Stiamo parlando di Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Francia, paesi che hanno conosciuti uno sviluppo industriale senza pari nell’ultimo secolo e, sebbene al momento le loro economie siano in stallo, i loro scarti di produzione restano comunque sopra la media.
Un’attività produttiva in aumento è però diretta conseguenza dell’aumento della popolazione. Secondo le stime dell’ONU entro il 2050 l’Europa sarà abitata da quasi 7 milioni di persone, che, avendo uno stile di vita medio-alto, richiederanno un numero sempre maggiore di beni di consumo, spesso realizzati con processi industriali non controllati.
Lo smaltimento dei rifiuti, le strade da intraprendere
Le politiche da adottare, ancor prima del corretto smaltimento dei rifiuti, quindi, devono essere rivolte alla prevenzione: leggi che controllino i processi produttivi, infatti, potrebbero ridurre il numero di rifiuti a monte e salvaguardare così l’ambiente senza bisogno di soluzioni atte a smaltire i rifiuti quando questi sono già stati prodotti. Oltre alla prevenzione, una delle priorità dell’Unione Europea in fatto di tutela ambientale è poi la riduzione della quantità di rifiuti non smaltiti correttamente.
Le strade da intraprendere per il corretto smaltimento dei rifiuti sono principalmente due: da una parte il riciclo di materiali come plastica, alluminio, carta,…, e dall’altra una migliore gestione dei rifiuti non riciclabili, ad esempio attraverso la termovalorizzazione.
Nonostante le normative, i rifiuti sono in aumento in alcuni paesi europei
Sebbene gli interventi politici e amministrativi in materia di prevenzione e smaltimento dei rifiuti sembrino portare i primi frutti e si registri un calo della quantità totale di rifiuti presenti nei paesi dell’Unione, però, questa tendenza non è stata riscontrata in tutti gli Stati.
I Paesi dell’Ex-unione Sovietica, come ad esempio Bulgaria e Romania, hanno infatti riscontrato un aumento di rifiuti pro capite. Questo dato, però, non dovrebbe sconvolgerci dato che, come già spiegato, l’aumento dei rifiuti è determinato in molti casi da un aumento degli scarti di produzione. Nell’ultimo decennio, molte aziende dell’Europa Occidentale hanno delocalizzato le loro produzioni proprio in questi paesi dove, rispetto agli stati d’origine, la manodopera costa meno, ma ci sono anche meno controlli in materia ambientale, e di conseguenza gli scarti di produzione sono aumentati.
La gestione dei rifiuti: la termovalorizzazione
Nonostante alcuni paesi riscontrino aumenti nel numero di rifiuti presenti, esaminando i dati forniti da Eurostat relativi all’Unione Europea, ad oggi quasi il 50% dei rifiuti viene riciclato e il 4% termovalorizzato, trasformato cioè in energia elettrica o utilizzato per il teleriscaldamento delle città, grazie ai 480 impianti di incenerimento presenti sul territorio dell’Unione Europea.
Se si declinano questi dati nei singoli paesi, inoltre, si ottengono risultati ancora più rassicuranti. In Danimarca, per esempio, ben l’83% dei rifiuti viene termovalorizzato. Anche la Svizzera, la Germania e l’Olanda non sono da meno, sebbene ci siano ancora paesi che non hanno sposato appieno questa filosofia, come Regno Unito, Portogallo e Ungheria.
Se guardiamo al nostro paese, invece, ci accorgiamo che si sta muovendo e, nonostante le critiche e le proteste, è riuscito ad installare più di 50 impianti di incenerimento, soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana.